1. LA NOSTRA VOCE
  2. IN CARCERE C’E’ UNA PARROCCHIA
  3. MESSA ALLA PROVA
  4. STORIA DI NADINE
  5. IN PUNTA DI PIEDI
  6. PER UN VOLONTARIATO DI GIUSTIZIA CONSAPEVOLE
  7. BANCO ALIMENTARE e DISTRIBUZIONE VESTITI
  8. NOTIZIE DALLA MISERICORDIA

 


 

LA NOSTRA VOCE

Carissimi amici,

in questi giorni mi hanno ricordato di preparare il mio articolo per il notiziario.

Non volendo ripetermi sono andato a leggere quello che ho scritto nelle passate edizioni. Ho notato che ho trattato principalmente della necessità di aumentare i nostri associati con persone giovani. Purtroppo è un problema ancora irrisolto per cui anche questa volta sono costretto a soffermarmi su questo argomento. I giovani che abbiamo sono validissimi ma sono insufficienti per l’indispensabile ricambio generazionale che volenti o nolenti si sta imponendo. Per risolvere il problema credo vi siano due strade ambedue molto importanti e interconnesse. Siamo circa centotrenta associati. Se ognuno di noi si impegnasse a spiegare ai propri familiari le attività della Veneranda Compagnia di Misericordia è mo0lto probabile che si reperirebbe un buon numero di giovani disposti a venirci aiutare allargando il numero dei confratelli, assicurando così la sopravvivenza della nostra associazione. Altra strada, non alternativa alla prima, ma senza altro indispensabile è la preghiera. Forse non l’abbiamo praticata abbastanza e forse non nelle forme corrette- Dobbiamo abituarci a non pregare solo con le labbra ma con il cuore. Abbiamo il graditissimo dono di conservare Gesù sacramentale nella nostra sede. Dobbiamo parlargli come fa un bimbo con i propri genitori. Quando eravamo piccoli sapevamo come trattare con loro, li prendevamo o per il giusto verso e il più delle volte ottenevamo quel che si desiderava. Con Dio dobbiamo fare la stessa cosa. Dobbiamo colloquiare con lui aprendo il nostro cure. Siamo certi che ci ascolta e ci capisce. Dio è il nostro papà, ci vuole bene. Ci ha sempre detto “bussate e vi sarà aperto”.

Impegnamoci quindi nell’azione della preghiera. Con la preghiera otterremo l’aiuto di Dio che ci farà superare ogni difficoltà.

Un abbraccio a tutti e un ringraziamento, certi che Dio che legge nei nostri cuori ci ricompenserà per quello che stiamo facendo.

Il governatore

Foto S. Donato

 


 

IN CARCERE C’E’ UNA “PARROCCHIA”

Raccontano i vecchi brigadieri che c’era una volta il carcere: duro, sconosciuto, impenetrabile: se ne usciva solo scontata la pena; e pochissimi erano gli ‘esterni’ autorizzati a svolgere un servizio all’ interno: il cappellano, il medico… Il carcere è anche oggi esperienza dura, povertà sofferenza, disperazione, ma molte cose della vita penitenziaria sono cambiate. A cominciare dalla variegata folla di operatori che si muovono nel suo interno. Educatori, assistenti sociali, insegnanti, medici, infermieri, psicologi, tecnici e operai di ditte esterne che affiancano i detenuti lavoranti alla MOF (Manutenzione Ordinaria Fabbricato).  La storica (e indispensabile) presenza dei volontari della Veneranda Compagnia di Misericordia è arricchita da altri gruppi o singoli, i più disparati: chi svolge ulteriori servizi di assistenza, chi cura la biblioteca, chi tiene corsi di chitarra o di storia… Naturalmente, non possono mancare tra il volontariato cattolico, persone impegnate nell’ annuncio evangelico e nella formazione cristiana dei detenuti. Così, il cappellano, un tempo solitario, si trova a somigliare un pochino ad un parroco, un parroco ‘senza portafoglio’ ma chiamato comunque a coordinare un gruppetto di collaboratori. Il punto di partenza per me è stato semplice, grazie ad una consacrata che accompagna il mio ministero sacerdotale da oltre 20 anni (insieme formiamo una ‘Fraternità’ consacrata nell’ Opera dell’Amore Sacerdotale) e che anche stavolta mi ha seguito in questa ‘parrocchia’ decisamente inusuale. Si sono poi resi disponibili alcuni confratelli, chi per l’ Eucaristia domenicale, chi per incontri di catechesi, chi per colloqui con alcuni detenuti. Volontari legati alla chiesa di S. Caterina in Portoria hanno iniziato un gruppo di preghiera e di riflessione sulla Bibbia in lingua spagnola, mentre il gruppo di animazione liturgica (detenuti che insieme alla mia ‘consorella’ preparano la liturgia domenicale) sta avviando un ‘gemellaggio’ con la parrocchia di S. Antonio di Boccadasse. Pur con tutte le difficoltà dell’ambiente, il carcere, grazie alla determinazione dell’ attuale Direttore, si sta gradualmente ‘aprendo’: il Giubileo della Misericordia costituirà una preziosa occasione per renderlo ancora più vivo.

Don Paolo Cappellano del carcere di Marassi

 


 

MESSA ALLA PROVA

Con l’avvento della legge 67/2014 art 8, ai soggetti che abbiano commesso reati minori, per cui la pena prevista non superi i 4 anni, viene concessa la possibilità di chiedere la sospensione del processo e di essere ammessi al beneficio della “Messa alla prova”. La MAP consiste nello svolgimento di lavori di Pubblica Utilità: prestazioni a titolo gratuito in favore della collettività, presso Enti Pubblici o Associazioni ONLUS. La durata della prova viene stabilita dal giudice che, al termine del periodo fissato, valuta in udienza l’esito della prova e in caso positivo, dichiara l’estinzione del reato. La Veneranda Compagnia Di Misericordia si è resa disponibile ad offrire questa opportunità, ed ha accolto fino ad ora 6 persone (4 donne e 2 uomini), che a fianco dei volontari prestano il loro servizio che consiste: per gli uomini in lavori di piccola manutenzione dell’edificio che ospita l’Associazione e per le donne, nella collaborazione alla distribuzione di alimenti ed indumenti che viene fatta bisettimanalmente all’interno dell’Associazione. L’esperienza si sta rivelando positiva anche se impegnativa, infatti ogni persone deve essere seguita da un Tutor che ha l’obbligo di mantenere costanti rapporti con l’U.E.P.E., al fine di monitorare l’andamento della prova.

Grazia

 


 

STORIA DI NADINE

Pubblichiamo un intervista a una giovane africana che ci racconta la sua drammatica storia, dove l’esperienza della vita nel proprio Paese e la traversata del deserto è assai più sconvolgente della stessa esperienza carceraria. Comprendiamo in modo diretto la realtà che sta dietro al fenomeno dell’immigrazione e l’esperienza cristiana e umana della solidarietà.

Nadine nasce in Nigeria nel 1987, i genitori presto spariscono e lei è allevata dalla nonna.

Va a scuola ed impara a leggere e a scrivere ma presto deve lavorare per aiutare la nonna che deve occuparsi anche di sua sorella che nasce quando lei ha dieci anni.  Nadine a 19 anni conosce un ragazzo suo coetaneo e presto nasce una bambina.

Purtroppo quel bel ragazzo è figlio del capo di una delle bande di malfattori che terrorizzano la Nigeria, e quell’uomo, aiutato dalla superstizione, chiede a Nadine un “sacrificio”. Quando Nadine è già legata mani e piedi viene aiutata e riesce a fuggire.

Ma quell’uomo è potente e la perseguita ovunque vada, così lei decide di fuggire il più lontano possibile, anche per aiutare la sorella e la figlia, e non c’è modo di farlo restando nel Paese.  Nadine viene caricata su di un camion e per tredici giorni viaggia con poco cibo e poca acqua, assieme a molti altri fuggitivi, attraverso il deserto, verso la costa del Mediterraneo. Qui, in Libia, resta alcuni difficili mesi ed infine riesce a salire su di una barca diretta a Lampedusa.

La barca fa acqua ma viene soccorsa da una nave militare italiana e Nadine arriva a Lampedusa.  Qui viene registrata e poi portata sul continente diretta a Perugia.

E’ il 2009 e Nadine lavora in una palestra dove fa le pulizie e manda i soldi risparmiati alla figlia ed alla sorella che ora sono in un orfanatrofio in Nigeria.

Nadine ha chiesto un permesso di soggiorno come rifugiata perché perseguitata in patria ma questo non arriva e Nadine teme di dover tornare a casa dove l’attendono la persecuzione e la fame. Incontra un nigeriano già residente in Italia e questo le propone di sposarla così lei potrà ottenere il permesso per motivi famigliari. Nadine accetta e si sposano a Perugia.  Nadine non sa che quest’uomo è già sposato in Nigeria.

Nemmeno le autorità sanno, per ora, del doppio matrimonio e Nadine ottiene il permesso di soggiorno per motivi famigliari.

E’ difficile risparmiare con il suo lavoro nella palestra e le necessità della figlia e della sorella aumentano con la loro età. Nadine decide di accettare una proposta fatta da un conoscente: deve andare in Nigeria, dove può finalmente rivedere la figlia, e ritornare in Italia con un pacchetto. Il biglietto è pagato, non ci sono problemi. Nadine parte e ritorna col pacchetto, ma alla frontiera italiana viene arrestata perché il pacchetto contiene cocaina.

E’ il 2013 e Nadine entra in carcere. Potrà uscirne solo a novembre 2015, senza più permesso di soggiorno, né casa né lavoro.

Marcello

Foto barcone

 


 

IN PUNTA DI PIEDI

Un anno fa ho cominciato la mia esperienza con la Veneranda Compagnia di Misericordia. Ho conosciuto questa attività di volontariato attraverso la lettura del volantino e le parole di una volontaria nella mia parrocchia ed ho voluto avvicinarmi alla realtà dei detenuti e delle loro famiglie: realtà conosciuta poco e solo esteriormente. Appena entrata nella Misericordia avrei voluto iniziare subito un’attività presso le carceri, confrontarmi con le famiglie dei detenuti, aiutarli nei loro problemi: insomma fare tutto subito! Invece, sotto la guida e l’esperienza dei volontari, mi sono avvicinata in punta di piedi e molto discretamente a questo mondo accorgendomi che invece qualsiasi altro metodo di approccio avrebbe avuto il risultato di allontanarmi dalle persone che volevo aiutare.  Il mio cammino è iniziato nel laboratorio di cucito: i primi tempi avevo la sensazione di essere un’estranea mentre adesso mi sento parte di quel gruppo di “ragazze” e non rinuncerei a quell’appuntamento del venerdì. Con il tempo ho aggiunto altre attività e seguo le esperienze dei volontari che si recano presso le carceri. Da poco ho iniziato ad insegnare un poco di italiano alle ospiti di Casa famiglia; sono contenta di potere, nel mio piccolo, dare loro una possibilità in più quando ritorneranno in libertà e mi riempie di soddisfazione sentirmi salutare “ciao maestra”. In conclusione di questo primo anno posso certamente affermare che è un’esperienza che mi ha dato e che mi sta dando molto.

Maria Angela

 


 

PER UN VOLONTARIATO DI GIUSTIZIA CONSAPEVOLE

Nei mesi di ottobre e novembre si è tenuto presso la nostra sede in collaborazione col Celivo un corso di formazione per aspiranti volontari di giustizia. Scopo del corso: proporre i concetti di base legati al complesso mondo della giustizia penale e introdurre ad una buona capacità relazionale per proporsi nella giusta maniera nelle relazioni interpersonali non solo con gli utenti ma anche con i volontari e il personale delle Istituzioni. Hanno partecipato al corso quattordici persone, tra cui alcune aderenti ad associazioni che a Genova operano nella giustizia penale.

Foto corso di formazione

 


 

BANCO ALIMENTARE e DISTRIBUZIONE VESTITI

Con il nuovo anno, il servizio di distribuzione di alimenti, ha subito qualche piccola modifica: è stato infatti, trasferito in un locale a piano terra dove, lo spazio più ampio ci permette di raccogliere e distribuire anche gli indumenti. Il servizio è rivolto naturalmente a: detenuti, ex detenuti e le loro famiglie che sempre più frequentemente necessitano di sostegno. Il Banco Alimentare, che ci fornisce parte degli alimenti, ha introdotto nuove regole per cui gli utenti devono presentare la documentazione relativa al reddito famigliare.

L’associazione contribuisce ad integrare il rifornimento nei momenti di maggiore necessità. Gli indumenti vengono donati da volontari; a tale proposito ricordiamo a chi volesse contribuire, che gli indumenti devono essere in buono stato e puliti.

Questo servizio viene svolto da volontari affiancati dal personale femminile in regime di Messa alla Prova, due volte la settimana: il giovedì mattina ed il venerdì pomeriggio.   Grazia

Foto messa alla prova

 


 

NOTIZIE DALLA MISERICORDIA

  • Con il mese di settembre è finito il progetto Garanzia Giovani e di conseguenza la collaborazione di Tomas con la Compagnia;
  • Hanno iniziato a Settembre il Servizio Civile Nazionale Fabiola e Laila, resteranno con noi per un anno.
  • Il Rotary Club ha organizzato una cena e un torneo di tennis per raccogliere fondi da donare alla Veneranda Compagnia di Misericordia per l’acquisto di un furgone per la consegna a domicilio della lavanderia.
  • La Compagnia continua a partecipare a tre ATS (attività temporanee di scopo), uno con il Comune, uno con la Regione e uno con il Servizio Civile Regionale, per la realizzazione di progetti e per il finanziamento delle sue attività.
  • Nel corso del 2015:
    • le ragazze accolte presso Casa Famiglia sono state 8
    • i detenuti ospitati in permesso premio presso Casa Mandela sono stati 42; le richieste di permesso sono invece state 46, quattro  non sono state accolte dopo un’attenta valutazione del caso.
    • le ragazze impegnate presso i due laboratori di cucito sono state 13
    • sono state occupate in lavanderia 7 ragazze
    • il centro colloqui ha effettuato 113 colloqui con utenti esterni, 118 con le ragazze inserite nei laboratori, 96 con le ragazze di Casa Famiglia, 112 con le ragazze inserite in lavanderia e 93 con i detenuti in permesso premio.
Siamo la Veneranda Compagnia di Misericordia

La storia della Misericordia prosegue negli anni più recenti (negli ultimi decenni) rimanendo sempre fedele con impegno cristiano al suo scopo originario di assistere i carcerati e, in più generale, le persone coinvolte con i problemi di giustizia .