FESTA DELLA MAMMA NEL CARCERE DI PONTEDECIMO

Fonte: Il Cittadino del 21 maggio 2023

Valorizzare la maternità per chi ha perso la libertà

Domenica 14 Maggio nella sezione femminile della Casa Circondariale di Pontedecimo è stata celebrata per la prima volta la Festa della mamma. L’evento, del tutto speciale per un carcere, è stato promosso a livello nazionale in gran parte delle Carceri femminili Italiane. A Genova è stato patrocinato dai Garanti delle persone private della libertà personale, rispettivamente quello Regionale, Doriano Saracino e quello Comunale, Avv. Stefano Sambugaro, con la collaborazione dell’Amministrazione Penitenziaria.
Al 30 Aprile di quest’anno sono una ventina le madri detenute in Italia con 22 figli al seguito, su una popolazione di 2480 donne in carcere, che a loro volta rappresentano il 4,4% della popolazione detenuta italiana.
Ad anticipare i festeggiamenti, il Cappellano del carcere, Monsignor Giacomo Martino, nel pomeriggio del sabato ha celebrato una Santa Messa per tutte le mamme detenute. Nella sua omelia don Giacomo ha voluto sensibilizzare ed aiutare le mamme detenute a rafforzare la loro identità di madri. Gesù nel Vangelo ha promesso di non lasciare nessuno orfano. Così anche loro non resteranno mai “orfane” dei loro figli. “ Il dono ricevuto della maternità è un grande atto di amore”- ha detto. Il Signore non vuole una separazione, ma una vicinanza più grande dove l’intimità deve restare. Il legame con i figli non sarà mai rotto!
“ Essere madre” lo è per sempre, anche se i figli sono lontani, allontanati o affidati ad altri. Il pomeriggio della domenica ha visto invece la partecipazione di Parlamentari, Consiglieri, Assessori regionali e comunali. Presenti la Presidente della Camera penale, Avv. Fabiana Cilio, il Dottor Mazza Galanti, Garante dei diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, l’Onorevole Ilaria Cavo, oltre ad alcuni esponenti delle Associazioni di volontariato che operano nel carcere di Pontedecimo, tra le quali S. Egidio e Veneranda Compagnia di Misericordia.
La condizione della detenzione femminile in questi ultimi mesi è stata sottoposta all’attenzione del dibattito pubblico e dell’opinione pubblica.
L’iniziativa è nata in seguito alla campagna lanciata a livello nazionale “MADRI FUORI: dallo stigma e dal carcere, con i loro bambini e bambine”. La campagna è partita dalla necessità impellente che le madri insieme ai loro bambini “dietro le sbarre” , possano trovare al più presto una soluzione di esecuzione della pena all’esterno. Un’iniziativa finalizzata a portare l’attenzione dei decisori pubblici sul tema della genitorialità ed in particolare della maternità vissuta in carcere. È un dolore per una mamma reclusa non poter condividere la propria quotidianità con un figlio o con una figlia.
Nella giornata di sabato sono state consegnate una quarantina di magnifiche piante di margherite come dono simbolico da parte del Comune, la cui fragranza ha riempito tutto il piano terra dove si è svolta la festa. Le piante fiorite verranno messe a dimora nell’area verde dedicata agli incontri con i bambini e alla risistemazione della stessa rimasta in disuso durante la fase pandemica. Un momento musicale molto coinvolgente nel teatro della sezione femminile ha allietato il pomeriggio e rallegrato le mamme del carcere. Lo spettacolo per qualcuna è stato un’occasione per indossare una maglia allegra con qualche brillantino, un po’ di rossetto sulle labbra, per sentirsi più vicina alla vita che la aspetterà fuori. Forte emozione per tutti i presenti quando qualcuna di loro ha portato la propria testimonianza.
Samantha, 30 anni, 6 figli, un fine pena molto lungo. Entrata in carcere alcuni anni fa con un bambino di 4 mesi che poi ha scelto di affidare alle cure della nonna per donargli la libertà .
Taira, 36 anni, 4 figli che vivono con il papà e che riesce ad incontrare solo un paio di volte al mese.
Tiziana, 40 anni, una bambina di 4 anni che non vede da più di un anno e con la quale può parlare non più di 10 minuti al giorno.
E ancora Natalia che ha lasciato il carcere appena 10 giorni fa, con due gemelle di 12 anni che vivono in Siberia con i nonni. Solo ora, fuori dalle mura, può finalmente sentirle tutti i giorni fino a quando non le rivedrà. Numerosi gli interventi da parte delle autorità che si sono susseguiti.
Tutti hanno dimostrato molto interesse e sensibilità verso i problemi espressi dalle detenute.
L’onorevole Ilaria Cavo ha presentato il progetto “La rete che unisce” volto al sostegno delle persone ristrette e al miglioramento delle loro condizioni di vita in carcere. Un’opportunità questa che potrà contribuire a contenere gli effetti negativi della detenzione.
Il pomeriggio si è concluso dopo un momento di convivialitá con il taglio di un’enorme torta dedicata a tutte le mamme del carcere. Una giornata di certo diversa dalla routine quotidiana e ricca di speranza quella di oggi per tante di loro, non certo facile allo stesso tempo. Forse un po’ di spensieratezza è tornata a brillare nei loro cuori, ma solo per qualche ora.
L’augurio più forte è quello che le parole spese, i progetti indicati e l’impegno di chi di dovere, non siano vani e possano contribuire a migliorare e valorizzare la maternità di chi ha perso la libertà per un tratto della propria vita.
Cristina Ercolani

Siamo la Veneranda Compagnia di Misericordia

La storia della Misericordia prosegue negli anni più recenti (negli ultimi decenni) rimanendo sempre fedele con impegno cristiano al suo scopo originario di assistere i carcerati e, in più generale, le persone coinvolte con i problemi di giustizia .