I nostri progetti
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Pubblichiamo volentieri il comunicato stampa relativo ai primi risultati del Progetto DECK, di cui la Veneranda Compagnia di Misericordia è partner.
COMUNICATO STAMPA
“DECK-VERSO LA DOTE DI PROTEZIONE”: IL PROGETTO PER IL RECUPERO DEI GIOVANI PROBLEMATICI A METÀ STRADA DALLA SUA CONCLUSIONE
SONO IMPORTANTI I PRIMI RISULTATI DEL PERCORSO INNOVATIVO AVVIATO CON IL PROGETTO DECK, PER LA MESSA A PUNTO DI UNA METODOLOGIA EFFICACE PER LA RIABILITAZIONE DEI GIOVANI. AD OGGI IN LIGURIA HA COINVOLTO 225 RAGAZZI DIFFICILI CHE HANNO COMMESSO REATI. SI CONCLUDERÀ A FINE 2025.
Nel 2024 sono stati più di 500 i messaggi in media al mese, tra articoli, servizi radio-tv e comunicazione online – per non parlare dei social nei casi più eclatanti – che in Liguria raccontano di disagio giovanile, di adolescenti e minorenni che compiono reati, che consumano droga alcol e psicofarmaci (+10% rispetto al 2022), che sottolineano comportamenti deviati e che parlano di violenza, di bullismo, di riformatorio e prigione (dati Monitoring Emotion). Quasi sempre esprimono un alto livello di preoccupazione nelle forze dell’ordine, nel sistema amministrativo e nella comunità nel suo complesso, in particolare le famiglie.
In questo contesto il “progetto DECK” – che sta sperimentando un metodo innovativo nei percorsi riabilitativi di giovani autori di reato o con comportamenti antisociali – è arrivato a metà percorso. Sono state esaminate 240 segnalazioni (su 500 che rappresenta l’obiettivo) provenienti per la maggior parte dall’USSM (Uffici di servizio sociale per minorenni) o dai Centri di Giustizia Minorile (GCM) del Ministero della Giustizia o dai Servizi sociali dei Comuni (ATS) o dalle scuole. Tutta la regione è coinvolta: dei 225 i casi presi in carico ad oggi: 115 si trovano a Genova, 37 nel Tigullio, 28 alla Spezia, 10 a Savona e 35 nella provincia di Imperia. Il progetto “DECK – verso la dote di protezione”, selezionato dalla Fondazione “Con i Bambini” (*) nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, che coinvolge 19 partner che operano in tutta la Liguria, parte dal presupposto che molti ragazzi cedono alla devianza perché pensano di non avere alternative, “come se disponessero di una sola carta da giocare nella propria vita” quando invece, come ha sottolineato un operatore in prima linea nella lotta contro le devianze giovanili, “la vita non consiste nell’avere buone carte ma nel saper giocare bene quelle che si hanno “Da qui il progetto “DECK” (mazzo di carte in inglese), che mette in partita altre carte (sette in tutto, ciascuna con un diverso stimolo comportamentale) utilizzando il linguaggio coinvolgente dei giochi di ruolo e attivando in questo modo nuove risorse per la crescita nei giovani che vengono coinvolti attraverso l’assistenza di équipe multiprofessionali (pedagogisti, criminologi, psicologi, operatori dei servizi sociosanitari e della giustizia).
“For you” è la prima carta – ed è la più usata ed essenziale per ricominciare una vita – perché aiuta a sanare il rapporto con le vittime e con il contesto sociale di riferimento. “We care” è quella di ingresso nel percorso riabilitativo. Per Giovanni ad esempio (nome di fantasia) è significato coprogettare con gli operatori che lo assistono una attività di volontariato sportivo per altri ragazzi e contemporaneamente riscoprire le proprie priorità esistenziali, darsi obiettivi concreti, completare la scuola, preoccuparsi di trovare un lavoro. Per Maurizio invece (nome di fantasia) giocarsi questa carta ha significato completare il proprio percorso penale e al tempo stesso scoprire una occasione di crescita e di cambiamento. Così ha scelto di mettere a disposizione la sua esperienza professionale di cuoco in una attività di volontariato per portatori di handicap. Giuseppe e Giulio (nomi di fantasia) hanno scelto la carta “Back to school go to work – Io lavoro” (studiata per giovani che non studiano, non lavorano, non partecipano ad attività di formazione o aggiornamento) con l’intenzione di attivare un percorso di orientamento al lavoro che ha avuto successo, oggi uno fa il musicista e l’altro lavora nel comparto turistico con grande soddisfazione.
Si sono giocati la carta “Outdoor Education” (“una scossa emozionale”) un gruppo di ragazzi con una gita di tre giorni sul Monte di Portofino fraternizzando e condividendo un obiettivo sportivo. Con la carta “Go to grow” destinata ai minori di 14 anni per migliorare le relazioni con la scuola e in famiglia, sono stati organizzati interventi di coinvolgimento dei ragazzi in alcuni istituti dove si erano verificati episodi di bullismo e atteggiamenti aggressivi. Altre due carte di peso si stanno rivelando la “Peer Education” quando un giovane si sente di trasmettere la propria esperienza in modo critico ad altri coetanei e, molto importante, la carta “Family” quando entra in gioco anche la famiglia, attività di coinvolgimento che molto spesso fa la differenza nel percorso di recupero dei giovani.
Antonio (nome di fantasia) è una persona complessa con una famiglia alle spalle molto problematica e conflittuale e con utilizzo di sostanze. Una equipe del Progetto DECK è riuscita ad agganciare sia lui che la famiglia affrontando insieme per primo il problema della genitorialità. Ora il ragazzo ha scelto autonomamente di entrare in una comunità terapeutica, ha riconquistato il senso e il gusto dello stare insieme e ha ritrovato un valore motivante della propria vita facendo volontariato in modo eccellente in un centro per l’infanzia dove con una grande sensibilità aiuta bambini a giocare e a fare i compiti.
“L’obiettivo vero di questo progetto, dice Giovanni Lizzio del Centro di Solidarietà di Genova, coordinatore di “DECK Verso la dote di protezione”, è la sperimentazione di una nuova metodologia di gestione dei ragazzi. Stiamo verificando come e con quali risultati gli operatori sociali in particolare e il sistema giudiziario, scolastico e amministrativo in generale, riescono a prendersi in carico i ragazzi a 360°. Non ci limitiamo a eseguire quanto previsto dalle sentenze nelle attività sociali, ma ci prendiamo cura della persona nella sua interezza e complessità, tenendo conto il più possibile di tutti i fattori di degrado, da quello famigliare a quello relazionale, perché pensiamo che questa sia la strada giusta per aiutare un giovane che ha sbagliato nella sua completa reintegrazione”.
I PARTNER DI PROGETTO
Il progetto è stato proposto ed è gestito da 19 organizzazioni operanti in Liguria e impegnate da tempo in interventi di sostegno a persone sottoposte a provvedimenti giudiziari all’interno del primo Patto di sussidiarietà stipulato in ambito penale.
FONDAZIONE CENTRO DI SOLIDARIETÀ BIANCA COSTA BOZZO ONLUS – AGORÀ SOCIETÀ COOPERATIVA SOCIALE – ALPIM ASSOCIAZIONE LIGURE PER I MINORI – COMUNE DELLA SPEZIA COMUNE DI GENOVA – COMUNE DI VENTIMIGLIA – COOPERARCI SOCIETÀ COOPERATIVA SOCIALE COOPERATIVA SOCIALE UN’OCCASIONE ONLUS – GULLIVER SOCIETÀ COOPERATIVA SOCIALE – IL BISCIONE S.C.S. ONLUS – IL SENTIERO DI ARIANNA SOC. COOP. SOCIALE ONLUS – IS.FOR.COOP ISTITUTO LIGURE DI FORMAZIONE COOPERATIVA – JOBEL SOC. COOP. SOC. – PROGETTO CITTÀ SOCIETÀ COOPERATIVA SOCIALE – REGIONE LIGURIA – UFFICIO DI SERVIZI SOCIALI PER MINORENNI – UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER LA LIGURIA – UNIVERSITÀ DI PISA DIPARTIMENTO DI SCIENZE POLITICHE – VENERANDA COMPAGNIA DI MISERICORDIA ONLUS
FONDAZIONE CON I BAMBINI
(*) Il progetto è stato selezionato dall’Impresa Sociale “Con i Bambini” nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Il Fondo nasce da un’intesa tra le Fondazioni di origine bancaria rappresentate da Acri, il Forum Nazionale del Terzo Settore e il Governo. Sostiene interventi finalizzati a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei processi educativi da parte dei minori. Per attuare i programmi del Fondo, a giugno 2016 è nata l’impresa sociale Con i Bambini, organizzazione senza scopo di lucro interamente partecipata dalla Fondazione CON IL SUD (www.conibambini.org)
Per saperne di più:
https://percorsiconibambini.it/progettodeck/scheda-progetto/
https://percorsiconibambini/progettodeck
Per maggiori informazioni e contatti:
deck.cambiorotta@ceisge.org
Tel. 010254601
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Oggi il nostro Governatore, il Dott. Enrico Rosselli, ha perfezionato un’ importante accordo con l’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata.
La Veneranda Compagnia di Misericordia, partecipando ad un bando, si è aggiudicata l’assegnazione di un importante immobile a Genova nel centro storico, all’interno saranno ricavate strutture destinate ai progetti per detenuti.
In attesa di iniziare….
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Durante il webinar “Strade percorse e possibili sviluppi per un nuovo metodo di intervento della genitorialità in carcere e della centralità del bambino” si è parlato del progetto genovese “La Barchetta rossa e la Zebra”. Un nuovo metodo di gestione della genitorialità in carcere è possibile. Lo dimostra l’esperienza nelle Case Circondariali Marassi e Pontedecimo di Genova. Ora bisogna creare le basi per rendere il modello replicabile anche in altre carceri italiane
“La Barchetta Rossa e la Zebra”. Una barca, perché può contenere tutti. Rossa, perché i colori piacciono ai bambini. Una zebra perché le sue strisce ricordano le sbarre e le sbarre ricordano il carcere.
La storia di questo progetto inizia 3 anni fa, nel carcere maschile Marassi e nella casa Circondariale femminile Pontedecimo di Genova. La vita dei detenuti può cambiare attraverso il rapporto che hanno con i loro figli. E i figli dei detenuti, come tutti gli altri bambini, hanno lo stesso diritto a coltivare una relazione con i loro genitori.
Nell’evento della detenzione di uno dei due genitori, le relazioni genitoriali cambiano e i ruoli tra genitori si organizzano, o si riorganizzano. Quando il carcere irrompe non colpisce unicamente il soggetto detenuto, ma travolge l’intero sistema familiare, alterandone il
funzionamento e la stabilità relazionale.
«Il progetto nasce con l’obiettivo preciso di mettere al centro il bambino in un mondo fatto di soli adulti. Rimettere al centro il minore significa cambiare prospettiva», spiega Elisabetta Corbucci, Coordinatrice del Cerchio delle Relazioni, l’associaizone capofila del progetto, durante il webinar che si è tenuto questa mattina,”Strade percorse e possibili sviluppi per un nuovo Metodo di intervento della genitorialità in carcere e della centralità del bambino”, che ha restituito i risultati raggiunti in tre anni di lavoro e tracciato una strada affinché questo progetto sia replicabile anche nelle altre carceri italiane.
![LA BARCHETTA ROSSA E LA ZEBRA LOGO](http://i.cdn-vita.it/blobs/full/b/e/d/d/beddec44-b767-4bc2-8cbd-846e3050ea33.jpg?_637251492056147769)
“La Barchetta rossa e la Zebra” è un’iniziativa dalle Associazioni territoriali genovesi del Terzo Settore: la Cooperativa Sociale Il Biscione, Veneranda Compagnia di Misericordia, il Centro Medico psicologico pedagogico LiberaMente, ARCI Genova e CEIS Genova. La Fondazione Francesca Rava N.P.H. Italia Onlus, a cui è stata affidata l’opera di riqualificazione delle aree dedicate all’incontro dei bambini con i genitori detenuti nelle due Case Circondariali, è partner e promotore dell’iniziativa finanziata dal Bando Prima Infanzia (0-6 anni) dell’Impresa Sociale Con i Bambini. Insieme al privato sociale sono coinvolte le Istituzioni Pubbliche ed è stata sviluppata in sinergia con l’Amministrazione penitenziaria locale e dell’esecuzione penale esterna e con il Comune di Genova.
«La prima azione che ha riguardato la ristrutturazione degli spazi», continua Corbucci, «non è stata scontata. Garantire ai bambini uno spazio accogliente dove poter incontrare i genitori significa anche mettere a disposizione uno spazio “non vuoto” per esprimere le loro domande. Quegli stessi spazi sono diventati anche un’antenna sui bisogni degli adulti che accompagnavano questi bambini, quindi della famiglia intera».
Alla ristrutturazione sono seguiti i momenti di formazione, per le famiglie, per il personale penitenziario. Quello che è finalmente emerso in questi anni sono stati i «bisogni inaspettati», continua Corbucci. «I bambini spesso vengono tenuti allo scuro delle cose. Gli si dice che il papà è lì perché sta lavorando. E i momenti di formazione sono serviti anche a questo: a ridare il potere ai genitori di saper rispondere alle domande dei loro figli». In tre anni sono stati coinvolti 267 genitori, presi in carico 144 bambini e intercettati 267 minori.
«L’obiettivo adesso», continua Mariavittoria Rava, presidente della Fondazione Francesca Rava N.P.H. Italia Onlus, «è quello di mutuare l’esperienza maturata a Genova anche in altre carceri italiane, tenendo conto della specificità di ogni territorio. I genitori devono poter essere genitori sia fuori che dentro il carcere. Ci auguriamo davvero che nasca la figura dell’operatore “barchetta rossa” a livello nazionale».
“La Barchetta rossa e la Zebra” ha cercato di raggiungere in questi anni due risultati: da una parte, favorire e rafforzare la relazione dei figli che hanno un genitore in carcere o sottoposto a misure penali alternative. Dall’altra, promuovere la cultura della centralità indiscussa del bambino che, improvvisamente, si trova a vivere in una dimensione adulta e critica come quella carceraria. Il senso profondo del progetto è la consapevolezza che i bambini con un genitore detenuto sono bambini fragili tra i fragili.
Tra gli ospiti in collegamento questo mattina anche: Carlo Borgomeo, Presidente Impresa Sociale Con i Bambini, , Luca Villa, Presidente Tribunale per i Minorenni di Genova, Marco Bucci, Sindaco di Genova, Maria Milano, Direttore C.C. Marassi e Domenico Arena, Direttore UDEPE.
Da www.vita.it
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Il “Progetto Deck – verso la dote di protezione” è una sperimentazione del metodo della dote di cura applicato ai percorsi riabilitativi di giovani autori di reato. La riduzione del tasso di recidiva è l’obiettivo principale, attraverso l’affiancamento di un’équipe multidisciplinare ai minori presi in carico.
La metodologia individuata prevede:
- colloqui individuali con i minori segnalati e i loro familiari
- e un educatore di vicinanza come supporto nel percorso di cambiamento evolutivo.
Il progetto selezionato dalla Fondazione Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, coinvolge come capofila il CEIS e una rete di soggetti sul territorio ligure: