NOTIZIARIO N.17 – NOVEMBRE 2014
NOTIZIARIO N.17 – NOVEMBRE 2014
INDICE
LA NOSTRA VOCE
FIERA GASTRONOMICA
IL PAPA E LA GIUSTIZIA
LA STORIA DI UNA LAPIDE
CELLE APERTE
UN ANNO BEN SPESO
APPELLO 1: BANCO ALIMENTARE
APPELLO 2: LE QUESTUE AGEVOLAZIONI FISCALI
LA NOSTRA VOCE
Carissimi amici, come avete appreso nell’ultimo notiziario di Aprile il Consiglio Particolare ha deciso di nominarmi Governatore della Compagnia. Ringrazio per la fiducia riposta sulla mia persona. Vi devo confessare che sto entrando in un campo a me totalmente sconosciuto. Ho bisogno di tutta la vostra collaborazione. Devo dire che appena entrato ho notato due cose veramente eccezionali: il clima che si respira in Compagnia è veramente cordiale. C’è una disponibilità assoluta tra i confratelli. Il fatto di chiamarci per nome aiuta notevolmente alla confidenza ed i rapporti sono veramente sinceri.La cappella con la costante presenza del Santissimo è stata per me la sorpresa più positiva; penso sia una vera eccezione per un’associazione. È e deve essere il perno intorno al quale vive la Veneranda.Mi rifaccio alle parole del nostro Assistente Mons. Doldi che condivido totalmente. Una Compagnia fondata tra il 1400 e il 1500 non potrebbe più esistere se non avesse la costante protezione di Gesù. Io me ne sono fatto un impegno e credo che molti altri di voi mi hanno preceduto. Tutte le volte che entro in sede sento il bisogno di un saluto “Au Bacan”. Lui è sempre lì che ci aspetta. È sufficiente che gli diciamo “Sun chi mi per dite che te veggiu tantu ben” ”Se puscibile dame na man in teroe” Sono convinto che Gesù capisce perfettamente il genovese, comunque ha sempre a fianco la Madonna della Guardia che lo conosce benissimo. Mi viene in mente un’espressione che usava mia nonna: “che la Madonna ti tenga una mano sulla testa”. Glielo dobbiamo domandare tutti i giorni, comunque abbiamo la prova tangibile che è da più di 400 anni che non ci abbandona.In questi giorno sto visitando tutti i reparti della nostra attività per conoscerli da vicino. Ringrazio tutti per la collaborazione. State tutti svolgendo un’attività magnifica. Per il momento non posso fare nulla e non posso che ammirarvi. Vi prometto che ci metto e ci metterò sempre tutto l’impegno possibile per darvi una mano. Il Signore se lo preghiamo e lo stiamo ad ascoltare continuerà sempre ad aiutarci. Filippo
Le Consorelle della Compagnia di Misericordia hanno il piacere di invitarvi alla
FIERA GASTRONOMICA
e all’esposizione di lavori confezionati nei laboratori scuola nei giorni
26-27-28 NOVEMBRE 2014
dalle 10.00 alle 18.30
nella sede di San Donato 6 ( cancello). In attesa di una vostra gradita visita i nostri cordiali saluti.
IL PAPA E LA GIUSTIZIA
In un lungo messaggio inviato ai partecipanti di due diversi incontri di giuristi latino-americani il Papa ricorda il punto di vista cristiano della giustizia .E’ un testo ricco e complesso che spazia dalla denuncia di una ingiustizia strutturale che persegue spesso i più poveri al monito ai media che sovente non informano correttamente e creano allarme e panico sociale su fatti criminali. Molti gli spunti di riflessione per chi opera in questo campo ; rimandiamo alla sua lettura sul nostro sito (www.misericordiacarcerati.it) e riportiamo solo alcuni punti che riguardano più direttamente la relazione con gli autori del reato e che ci sembrano particolarmente importanti per la nostra attività di volontariato a contatto diretto con detenuti ed ex detenuti . La giustizia cristiana che propone Papa Francesco è una giustizia “umanizzatrice e riconciliatrice” che rispetta la dignità della persona e non vuole solo punire o vendicarsi di chi ha commesso un crimine , bensì andare incontro al colpevole per aiutarlo e riabilitarlo , prendendosi anche cura delle vittime. Citiamo alcune passaggi particolarmente significativi: “Si tende a pensare che i crimini siano risolti quando si cattura e condanna l’autore del reato, tralasciando il danno commesso o senza prestare sufficiente attenzione alla situazione in cui versano le vittime” .”Se l’autore del reato non è sufficientemente aiutato , non gli si offre l’occasione perchè possa convertirsi e finisce per essere una vittima del sistema”; ed inoltre:“Una giustizia vera non deve accontentarsi di punire solo i colpevoli , ma fare tutto il possibile per correggere , migliorare ed educare l’uomo a maturare in tutte le sue forme, perché non si scoraggi , faccia fronte al danno causato e riesca a rilanciare la sua vita. Una giustizia realmente capace di “riconciliare”secondo papa Francesco si può realizzare seguendo il modello di tre figure della Sacra Scrittura : il Buon Samaritano (la soddisfazione o riparazione del danno provocato) , il Buon ladrone ( confessione con cui l’uomo esprime la sua conversione interiore) e il Buon Pastore (atteggiamento di Dio che anticipa l’uomo peccatore offrendogli il perdono)
LA STORIA DI UNA LAPIDE
A sinistra dell’ ingresso di via San Donato della sede delle Compagnia di Misericordia è murata una lapide di grandi dimensioni e di difficile lettura, Essa ricorda un episodio importantissimo della storia di Genova, ma anche della presenza generosa – si può dire eroica – della carità cristiana nella nostra città. La peste che si era sviluppata in tutto il continente attorno agli anni trenta del Seicento ( quella di cui scrive Manzoni nei Promessi Sposi ) arrivò a Genova successivamente, intorno alla metà del secolo, con esiti terrificanti Le stime dell’epoca – confermate da studi moderni – indicano tra quarantacinque mila e cinquantacinque mila il numero dei morti su una popolazione che, prima del contagio, si stima superasse di poco le settantamila anime. In pratica appena un quarto dei genovesi sopravisse, e meno ancora tra le categorie più povere, dove la peste si era più diffusa per ragioni di igiene e affollamento. Pare che a trasmettere il morbo fossero soprattutto le pulci Il problema di dare una sepoltura cristiana ad un numero così elevato di morti era non solo gravissimo in sé, ma coinvolgeva anche evidenti ragioni umanitarie e di misericordia. A questa opera si dedicarono , tra gli altri, i componenti della “ Confraternita della morte e sepoltura di Cristo”. La lapide ha infatti questo incipit : NELLA PESTILENZA DEL MDCVI IN GENOVA LXXXVI CONFRATELLI DELLA MOERTE E SEPOLTURA DI CRISTO PROFERSERO MAGNANINAMENTE LE VITE A SEPELLIRE GLI APPESTATI CADAVERI. Sono poi elencati i nomi degli ottantasei confratelli morti e anche quelli dei ventidue chescamparono. Ma torniamo in modo più puntuale alla lapide : essa ci dice che i nomi di coloro che sacrificarono la loro vita per un opera generosa di carità rimasero oltre due secoli quasi ignorati nelle scritture domestiche pur finalmente apparivano in tabella epigrafa nel nostro vestiario ed oggi xii aprile 1885 il consiglio del sodalizio in segno di più degna onoranza decreta che la dimessa tabella epigrafica sia ripetuta in marmo e in pubblico. Dunque la lapide è stata murata nel 1885 e riguarda i soci della “ Confraternita della morte e sepoltura di Cristo “ morti nel dare sepoltura agli appestati del pestilenza di Genova del 1656. Quale rapporto esiste tra laConfraternita e la Compagnia di misericordia per spiegare la collocazione della lapide nella sede di quest’ultima? Nel 1797 , cioè in epoca napoleonica, la Compagnia di misericordia venne sciolta e il suo servizio passa alla Confraternita della morte e sepoltura di Cristo, E’ presumibile che l’ assistenza ai carcerati diventasse l’attività prevalente per ragioni storiche e di fatto nei rapporti della Compagnia con la Confraternita e tale rimanesse anche dopo la ricostituzione della Compagnia nel 1822. Ne è possibile prova la fusione sancita ufficialmente nel 1916 tra la Confraternita e la Compagnia,ma già dall’inizio del Novecento la Misericordia si era trasferita in via San Donato nei locali della Confraternita. Una semplice successione, dunque, tra due diverse istituzioni succedutosi negli stessi locali anche se legate da comuni principi ispiratori ? Un fatto di cronaca del passato anche se di grande rilievo storico,umano e soprattutto cristiano ? Un doveroso riconoscimento degli antichi rapporti che ha indotto la Compagnia a ripristinare la lapide dopo la distruzione dell’edificio ad opera dei bombardamenti dell’ultima guerra ? Penso che si debba concludere diversamente. La lapide di cui abbiamo trattato è ormai entrata, a buon titolo, a far parte , oltre gli episodi specifici, della eredità morale e spirituale di cui la Compagnia di Misericordia è custode e che è chiamata a rendere attuale in quelle forme nuove che la realtà di oggi richiede.
CELLE APERTE
Nell’ultimo numero del Notiziario è stata data informazione sulle“celle aperte”, nuova situazione per il detenuto che gli permette di trascorrere otto ore al giorno fuori della sua cella. Questa situazione non sempre è vissuta nel migliore dei modi. In particolare per riempire questi tempi, e sempre nell’intento di collaborare alla socializzazione e alla rieducazione dei detenuti, abbiamo presentato alla Direzione della C.C. di Pontedecimo a fine primavera una proposta di progetto, che abbiamo chiamato “Oltre l’orizzonte”, comprendente varie attività espressive ed educative. I nostri volontari o sono coinvolti direttamente in queste attività sono di appoggio a persone qualificate. C’è stato grande interesse tra i nostri confratelli a partecipare e tale adesione ha evidenziato la voglia di prendere parte in qualche modo al ricupero del detenuto. La Direzione della C.C. di Pontedecimo ha approvato, almeno come primo momento, l’attuazione di tre di queste attività che inizieranno quest’autunno: – “Liberi di sognare dentro” laboratorio teatrale, progetto di Matteo Testino del “Teatri necessari” che ha lo scopo di soddisfare il bisogno, che ognuno di noi ha, di raccontare e di narrarsi; il teatro è lo spazio e il mezzo per sviluppare questa necessità. – “Una stanza tutta per se” progetto di scrittura creativa di Monica Lanfranco con lo scopo di promuovere l’importanza della lettura e della scrittura fornendo uno spazio terapeutico tendente a dare un senso alla situazione di costrizione – Affiancamento alle attività didattiche, progetto di Giampiero Oltolini che consiste nella collaborazione con il corpo insegnante della scuola interna alla C.C. al fine di ampliare e/o approfondire argomenti segnalati dagli insegnanti stessi. Avevamo voglia di cominciare subito in estate con questa ultima attività, seppur in forma di semplice “ripetizione”; difficoltà di diversa natura hanno permesso solo lo svolgimento di un certo numero di incontri sulla lingua italiana con letture, dettati e altro, incontri tenuti con detenute donne che si sono dimostrate molto desiderose e soddisfatte di migliorare la propria conoscenza della lingua.
UN ANNO BEN SPESO
“Io dico che queste mura sono strane: prima le odi, poi ci fai l’abitudine, e se passa abbastanza tempo non riesci più a farne a meno: sei istituzionalizzato. È la tua vita che vogliono, ed è la tua vita che si prendono. La parte che conta almeno” Ho scelto questo progetto di servizio civile perché volevo conoscere da vicino l’ambiente penitenziario, conoscere le persone che avevano commesso dei reati per cercare di capire cosa li ha portati a delinquere. Sono ormai a più della metà di questo percorso e devo dire che l’idea che finirà presto mi rende triste, perché mi sono trovata molto bene con gli altri volontari e operatori, e inoltre sto facendo davvero un’esperienza arricchente dal punto di vista umano oltre ad imparare nel pratico. E’ stato un periodo pieno di sorprese e anche delusioni che però mi hanno aiutata a crescere, ad imparare a gestire meglio i conflitti, sia quelli con le persone che quelli miei interni. Vivendo la quotidianità in Casa Famiglia con queste donne che hanno commesso dei reati impari a non giudicarle per ciò che hanno fatto ma a vederle semplicemente come persone, che hanno si sbagliato ma che sono pronte a riscattarsi, a dimostrare che un cambiamento è possibile. Ovviamente non sempre, purtroppo, questo cambiamento è possibile. Ho conosciuto alcune persone al Centro Colloqui e ho cercato di aiutarle per il loro reinserimento sociale; mi sono resa conto che è davvero difficile aiutare certe persone che hanno vissuto una vita intera in carcere e che hanno interiorizzato come giusto il loro modo di vivere, non elaborando il reato e definendosi loro stessi delle vittime. Spero che tanti altri ragazzi scelgano di fare il servizio civile perché per me è un anno della propria vita ben speso a favore degli altri, dove si può conoscere una realtà che rimane in ombra, che può far paura ma solo conoscendola si può migliorare; evitando di escludere o lasciare ai margini certe categorie di persone, le cose forse possono andare un po’ meglio.
Deborah
APPELLO 1: BANCO ALIMENTARE
Anche la nostra associazione usufruisce dell’attività del Banco Alimentare per offrire ai nostri assistiti il beneficio di alimenti essenziali e quotidiani. Il Banco Alimentare è una Fondazione Onlus (http://www.bancoalimentare.it) a carattere nazionale che dal 1989 raccoglie gli alimenti e li distribuisce ad associazioni di volontariato che a loro volta li usano per mense per i poveri, per confezionare pacchi per i più indigenti. Gli alimenti provengono sia da fondi europei e nazionali sia da regalie di singole aziende produttrici o distributrici, sia da raccolte da provati in occasione della giornata nazionale del Banco Alimentare presso i supermercati: la prossima giornata sarà sabato 29 novembre. Negli anni passati gli stanziamenti europei erano di circa 100 milioni all’anno; per l’anno in corso i fondi si sono quasi annullati ma per il prossimo anno si tornerà, per fortuna, a disporre di fondi di valore prossimo a quello degli anni precedenti. Nella nostra Compagnia gli assistiti bisognosi di aiuti stanno aumentando e hanno superato il centinaio. Ad essi noi offriamo un pacco in base al numero dei familiari con particolare attenzione ai bambini piccoli. Per ogni famiglia è necessario verificare la situazione di effettivo bisogno, oltreché di appartenenza alla categoria della nostra missione, cioè famiglie di persone in carcere o forme similare. Inoltre dobbiamo assistere alle persone della Casa Famiglia, dei laboratori e di chi utilizza Casa Mandela. In questi ultimi mesi gli alimenti ritirati dal Banco Alimentare si sono esauriti in pochi giorni e il Consiglio ha approvato uno stanziamento straordinario per acquistare direttamente da un supermercato parte degli alimenti mancanti quali pasta, riso, zucchero, fagioli, piselli, passata di pomodoro e biscotti. Questo è un sforzo economico notevole per la Compagnia e si spera sia compensato dalle offerte anch’esse straordinarie che le nostre Consorelle e i nostri Confratelli vorranno fare nei modi più opportuni quali bonifico bancario, conto corrente postale, offerte dirette in occasione della Fiera Gastronomica.
APPELLO 2: LE QUESTUE
Abbiamo ripreso anche quest’anno la campagna delle questue nelle Parrocchie e Chiese genovesi ; le questue sono un servizio molto importante per la Misericordia perché permettono di far conoscere la Compagnia e le sue attività , di reperire nuovi volontari ,nonché di ricevere un contributo economico. Tuttavia richiedono uno sforzo organizzativo notevole:ogni chiesa ha quasi sempre tre porte e celebra sei messe festive e quindi per ogni domenica sono necessari circa 15 volontari che non possono essere sempre gli stessi . Occorrono altri volontari e ci rivolgiamo a tutti per trovare un aiuto. Un ulteriore aiuto sarebbe costituito dalla segnalazione di Parrocchie disponibili ad accoglierci, svolgendo presso i Parroci opera di persuasione in questo senso. Chi vuole collaborare può mettersi in contatto con Anna De Benedetti responsabile delle Questue (cell.3389329980).
AGEVOLAZIONI FISCALI
Per donazioni alle ONLUS Il D.L. 35/05, convertito dalla legge 80/05, ha introdotto maggiori agevolazioni fiscali sulle donazioni liberali a favore delle ONLUS applicabili alla Veneranda Compagnia di Misericordia. La norma interessa sia le persone fisiche, purchè soggette a alla IRPEF, sia gli enti soggetti all’imposta sulle società (IRES). Per avere diritto alla deducibilità i versamenti devono essere effettuati tramite bolletino postale, bonifico postale o bancario, carta di credito, assegni bancari ordinari non trasferibili e assegni circolari, conservando copia del documento di attestazione. Conto corrente postale n. 10302164intestato a Veneranda Compagnia di Misericordia ONLUS. Conto corrente bancario n. 23201/80 Banca Carige Veneranda Compagnia di Misericordia ONLUS IBAN:IT42V0617501406000002320180