Genova: inaugurato il Teatro dell’Arca nel carcere di Marassi

regione.liguria.it, 7 maggio 2016

È il primo teatro carcerario in Europa aperto a tutti. La Regione sostiene i corsi di formazione e le attività di laboratorio. “Padiglione 40, l’ordine imperfetto”, un emozionante adattamento del romanzo “Qualcuno volò sul nido del cuculo” di Ken Kesey ha inaugurato ufficialmente il Teatro dell’Arca, struttura costruita all’interno del cortile della Casa Circondariale di Marassi a Genova. Non è la prima volta che il palco ospita le rappresentazioni degli Scatenati, la compagnia mista di attori professionisti e detenuti che da più di dieci anni svolge un’attività laboratoriale che dà grandi risultati e riscuote successo anche fuori dalle mura del carcere.
L’Arca non è il primo teatro a nascere in un carcere, ma è il primo in Europa ad essere aperto a tutti. Dopo dieci anni di gestazione la struttura comincia la sua storia di sala cittadina a tutti gli effetti, con una stagione regolare a partire dal prossimo autunno. Il coordinamento dell’Associazione Teatro Necessario ha creato negli anni un’esperienza con pochi paragoni in Italia, come ha riconosciuto anche il Ministro della Giustizia Andrea Orlando che, non potendo presenziare, ha mandato un messaggio: “Oggi nel 50% degli istituti ci sono laboratori teatrali, ma quella genovese è un’esperienza all’avanguardia.
Il teatro dell’Arca nella casa circondariale di Marassi è un esempio e uno stimolo a proseguire una profonda riforma del sistema detentivo”. Oltre alla recitazione, i detenuti hanno avuto la possibilità di cimentarsi con la scenografia (avvalendosi anche del laboratorio di falegnameria attivo a Marassi già da tempo) e il mestiere dei tecnici delle luci e dei suoni.
“Il successo che il Teatro dell’Arca ha già conseguito – ha detto l’assessore alla cultura e formazione Ilaria Cavo – è un punto di inizio che ci coinvolge tutti, compresa la Regione, che ha già sostenuto questo progetto con i corsi di formazione di falegnameria e recitazione. Il teatro diventa ora un punto di congiunzione e scambio tra il carcere e la città: qui potranno venire i cittadini che vorranno assistere agli spettacoli fatti anche dai detenuti. Avremo a breve un bando di inclusione sociale dal fondo sociale europeo. Non riesco a immaginare un esempio migliore di cosa possa significare inclusione sociale: usare la cultura per dare una prospettiva, per creare un collegamento tra il detenuto e il mondo in cui si dovrà reinserire”.

Siamo la Veneranda Compagnia di Misericordia

La storia della Misericordia prosegue negli anni più recenti (negli ultimi decenni) rimanendo sempre fedele con impegno cristiano al suo scopo originario di assistere i carcerati e, in più generale, le persone coinvolte con i problemi di giustizia .